sabato 30 luglio 2011

Triumph Street Triple R - Triumph Speed Triple - Suzuki GSR750

Ero ormai davvero convinto di aver raggiunto il nirvana motociclistico tra Gixxer750 e Street R, e quindi il mio giro stagionale di prove per concessionari, quest’anno non era mai cominciato. Ora che però qualche bastardo ha deciso di portarsi via la mia Street, ho deciso che le mie personalissime prove ricominciano.

Oggi mi sono tolto lo sfizio di 3 moto:
- Triumph Street Triple R (giusto perché è un mese che non la guidavo)
- Triumph Speed Triple
- Suzuki Gsr750

Partiamo dalla Street Triple R. Ho deciso di guidarla di nuovo perché è quasi un mese che me l’hanno rubata e volevo risalirci per usarla come paragone per ciò che avrei guidato dopo, in particolare come paragone per la sorella maggiore.
La Street è una bicicletta, sali e la guidi come se fosse una Honda (ed è un complimento), ha un motore elastico, un buona schiena ai medi, i fari dal nuovo disegno sembra che riescano a deviare il flusso dell’aria meglio di quelli tondi della serie precedente. Per il resto è la Street di sempre. La versione R ha come sempre una frenata davvero ottima, la sella in gel vi fa dimenticare i chilometri che state percorrendo (ma questo è un ricordo della mia perché la prova è durata davvero pochi minuti). Rispetto alla mia è cambiata solo la grafica della strumentazione (prima il contagiri era su fondo giallo, ora è grigia) ed il manubrio che non riporta più la dicitura By Magura, ma per il resto non è cambiato assolutamente nulla, era una moto ai limiti della perfezione e sarebbe stato davvero assurdo stravolgere un progetto del genere.

Veniamo alla sorellona di 1050cc, la Speed Triple.
Inevitabili i continui paragoni con la sorella di 675cc, prima di tutto la posizione in sella, ottima ma profondamente diversa dalla Street. La Speed rispetto alla Street ha una zona centrale davvero importante, la posizione di guida è imposta dal serbatoio piuttosto ingombrante che costringe le gambe a rimanere un pochino più larghe, diciamo che questa posizione spinge a consigliare la moto a chi è piuttosto alto, io sono 1.84 e poggiavo entrambi i piedi per terra ma per poco davvero.
Va beh, partiamo.
Appena ingranata la 1° marcia il motore fa subito sentire di essere di tutt’altra pasta rispetto alla sorellina. Guidi la Street e credi di avere un motore della miseria sotto al sedere, sali sulla Speed e ti rendi conto di cosa sia davvero un motorone che spinge sempre, pochi metri e capisci che la Street è davvero la sorella piccola.
La prova continua nel traffico dove la Speed dimostra comunque di essere agile. Ha sicuramente una inerzia maggiore rispetto alla sorella piccola, una minor agilità enfatizzata dalla gomma da 190 al posteriore - e dalla scarsa confidenza che le Metzeler Racetec K3 di primo equipaggiamento davano sulla strada bagnata di questa mattina – ma si muove egregiamente tra le macchine.
Arrivo ad una strada ad alto scorrimento e comincio ad infilare una marcia via l’altra, in un attimo vedo i 180km/h di tachimetro ma non sento quasi pressione addosso, i fari fanno davvero un lavoro perfetto nel ridurre gli effetti nocivi dell’aria addosso, credo che montando i 2 cupolini che avevo sulla mia Street si ottenga davvero una ottima protezione aerodinamica per essere una naked. L'anteriore è piantato a terra quasi come avessi tra le mani dei semimanubri.
Riprendo la strada per il ritorno, prima ancora a velocità piuttosto sostenuta, e poi nuovamente nel traffico. La moto è davvero fantastica (e a novembre all'Eicma presentano la versione R anche della Speed con ciclistica Ohlins), mi ha fatto davvero traballare la certezza che avrei comprato una nuova Street.
- Aspetti negativi rilevati per la mia guida: in rilascio soffre di un deciso freno motore rispetto alla Street, qui i 3 cilindri di grossa cubatura si fanno sentire quando mollate il gas. La Street in rilascio sembra un 4 in linea, la Speed assomiglia più ad un bicilindrico. La strumentazione per i miei gusti ha una pecca, non ha il contamarce
- Aspetti positivi rilevati per la mia guida: tutti gli altri

Tornando a casa, passo davanti ad un concessionario Suzuki che davanti all’entrata ha una fiammante GSR750 bianca con la scritta “prova clienti”. Potevo esimermi? Ma certo che no. Fermo la macchina, entro, firmo lo scarico di responsabilità, mi prendo le chiavi, salgo in sella e parto.
Premetto che avendo a casa una Gixxer750 mi aspettavo tanto da questa moto, in particolare il motore che conosco ma con più schiena ai medi ed una guidabilità maggiore data dal manubrio alto.
Parto e mi faccio i primi metri nel traffico delle auto impegnate nello shopping del sabato pomeriggio. La moto è agile ma già a velocità da codice la protezione aerodinamica è nulla, si sente subito l’aria addosso. Arrivo ad una rotonda, tiro la leva del freno e la moto non rallenta, tiro ancora e comincio a sentire un minimo di freno (con questa non ti ribalti nemmeno se lo prendi a martellate il freno anteriore). Va beh, entriamo in superstrada e vediamo come si comporta a velocità superiori. Accelero, passo da una marcia all’altra, ma … è davvero un 750 sta moto? È davvero figlia della gixxer? Boh, non va un tubo.
Le marce salgono e la velocità segnata dal tachimetro anche, sono in 5a marcia a 170km/h e l’anteriore comincia a non essere più comunicativo, trasmette quella sensazione di non-sensazione che ti porta a non fidarti di una moto quando non senti l’anteriore. Tiro ancora un po’ per arrivare a 190km/h ma quella pessima sensazione aumenta esponenzialmente. Dove le Triumph fanno a gara per stare aggrappate con l’anteriore all’asfalto, la Suzuki ha già alzato bandiera bianca da un pezzo.
Con questa moto dubito che un curvone da 200km/h sarebbe una esperienza da ripetere, con le Triumph lo rifaresti subito.
La prova è durata esattamente 13km, sono tornato rapidamente in concessionario e quando riconsegnavo le chiavi, alla domanda del venditore “com’è?” non mi sono sentito di essere maleducato e mi sono limitato a dire … noiosa!


Come sempre, ci tengo a sottolineare che quanto detto sopra, sono sensazioni assolutamente personali, le sensazioni di un guidatore mediocre, non vogliono essere pareri assoluti su un mezzo, si tratta di considerazioni assolutamente opinabili, ma a me queste moto hanno trasmesso queste sensazione.

Ciao e alla prossima prova

Ducati Monster 796

Questa mattina sono uscito con l'entusiasmo per la prova, ne sono tornato in.caz.zato nero ... ma quanti pirla assurdi ci sono in giro? Si ragazzi, proprio tra di noi, tra i motociclisti, o presunti tali.

Questa ve la devo raccontare.
La Ducati ha organizzato la prova con un tester davanti ad un trenino di 10 moto, quindi in fila indiana.
Mentre salgo sulla Monster pronto per partire vedo arrivare una coppia di ragazzi (lui e lei) - spero davvero mi leggiate perchè siete una coppia di PIRLA, ve lo dico qui pubblicamente - che salgono su una Monster 696.
Perchè siete dei PIRLA ?
Perchè non si va ad una prova in ciabattine, in maglietta, senza guanti e ... con la pellicola protettiva della visiera del casco ancora incollata alla visiera ... ma che cacchio avrete visto da quella visiera coperta di scritte ... ma porco giuda non vi rendete conto che andando in moto così - oltre ad aver rovinato il test a tutto il gruppo - siete un pericolo per voi (e qui fatti vostri, non vi meritate compassione) ma lo siete anche per gli altri.
Non avrebbero dovuto neppure permettervi di salire in moto conciati così !

Durante il test abbiamo trascorso più tempo ad aspettare gli altri piuttosto che a guidare, per fortuna ero il primo dietro al tester, il quale preso da compassione nei miei confronti mi ha regalato 3 curve ed un allungo in cui ho almeno messo la 3a.
Ora ho finito con la parte dell'inca.zza.tura, veniamo a quel poco che posso dire della moto.

Partiamo dalla prova statica.
Da fermo ho provato a salire e scendere ripetutamente dalla 696 e dalla 796. Due moto completamente diverse, sia come posizione del manubrio, sia la sella, ma soprattutto il mono posteriore, anche da fermo il 696 sembra avere un posteriore "di gomma" mentre il 796 è decisamente più sostenuto (facendo un paragone con la mia moto direi che la 696 equivale alla Street base mentre la 796 può essere come la Street R)

Passiamo alle sensazioni in movimento
definirla una prova è impossibile, ho usato la 1a per partire dai semafori, la 2a praticamente sempre, e solo in 2 occasioni ho potuto appoggiare la 3a. Due palle !
Comunque ... partiamo dal parcheggio Pogliani di Cinisello, via in valassina e prendiamo la strada che a destra porta all'Auchan di Cinisello ... diciamo 1 km? beh, avevamo già perso tutto il gruppo. Il tester si ferma ed aspettiamo.
Finalmente ci si ricompatta, si riparte, dopo meno di 500mt avevamo nuovamente perso tutti ... no dai ... siamo su candid camera ... non è possibile ... nuova sosta, il gruppo si ricompatta e si riparte.
Indovinate un po' ? Esatto ! dopo meno di un paio di chilometri siamo fermi un'altra volta ... e la stessa patetica scena si ripeterà più o meno per tutta la durata della prova, avremo fatto almeno 10 fermate, forse di più.

che vi devo dire della moto ... questa volta davvero poco, non ho praticamente guidato, posso solo dirvi che ha una posizione di guida abbastanza d'attacco per essere una naked di media cilindrata, un buon ... anzi ottimo ... tiro ai medi, per la prima volta mi è piaciuta l'erogazione di un bicilindrico, non troppo invasivo in basso anche se sempre pronto, ma con un discreto allungo ... eddai, si almeno una volta mi sono fatto murare la 2a dal limitatore
Nella strumentazione completamente digitale non concepisco l'assenza dell'indicatore di marcia inserita (o almeno io non l'ho visto).
Nella tristezza più assoluta per il non-test di questa moto posso però dire che di tutte le naked di media cilindrata, questa Monster è sicuramente quella che nel complesso mi è piaciuta di più appena dietro alla Street (però mi manca la Hornet in versione sospensioni regolabili My2009).

Perdonatemi un'ultima nota polemica ...
Ragazzi, smettiamola di soffrire di invidia del pene, le moto più richieste del test erano la Streetfighter 1100 e la Hypermotard 1100 salvo poi - confermato dal tester - questi aspiranti piloti erano sempre in coda al gruppo dietro alle Monster e alle Multistrada. Spesso è meglio avere qualcosa in meno ma saperlo usare ... in moto non siamo a letto, non sempre più grosso vuol dire migliore


Va beh ragazzi belli, alla prossima ...

Comparativa 1000SBK a Monza

Personalissima comparativa categoria "superbike"
giusto per parlare solo di moto, volevo dare qualche personale impressione di alcune moto provate a Monza la scorsa estate durante vari eventi organizzati dalle case. Premetto che si tratta delle mie sensazioni, mie, di un motociclista della domenica, ormai vecchiotto, che calca le piste da poco più di 4 anni e che solo nell'ultimo anno e mezzo ha provato quella sensazione indescrivibile della saponetta che sfiora l'asfalto, insomma come dico sempre sono quello più lento in pista, dopo di me ci sono solo ambulanza e carro attrezzi.
Detto questo, ecco le moto provate.

Ninja:
dopo averne lette di ogni genere su questo mostro verde, mi aspettavo di essere scaraventato per terra già alla prima variante per il solo fatto di aver avuto la sfrontatezza di sfidarla, ed invece è risultata molto più semplice da guidare di quanto potessi immaginare prima della prova, forse è stato merito del colore bianco della moto in prova che la rendeva più mansueta del verdone kawa.
Battute sceme a parte, il motore della Ninja è davvero "da paura", ti fa andare come un missile e ti fa sentire un padreterno per il nulla che ci metti a raggiungere velocità sconosciute fino a quel momento. Già al 1° passaggio in pieno sul rettilineo i 280 di tachimetro sono la normalità, anche se poi arrivano le due varianti e le due di lesmo , ed il pilota che faceva da apripista con una ben meno performante Ninja600 se ne va indisturbato, almeno fino al serraglio quando è nuovamente il pauroso motore della sorellona che permette di riprendere la scia della piccola guidata da uno bravo sul serio.
Dopo pochi giri ero stanco, anzi stravolto.
Un giudizio? un motore favoloso, una ciclistica altrettanto esagerata, freni da paura, ma rispetto ad un'altra che ho provato mi è risultata decisamente più "difficile" da portare al limite ... non quello della moto ovviamente, ma il mio.
Per un bradipo come me una moto da non comprare, pena far ridere davvero

FireBlade
avevo aspettative enormi su questa moto, a differenza della Ninja mi aspettavo la tranquillità fatta moto, come si dice sempre sali su una Honda e dopo pochi minuti ti sembra di averla guidata da sempre, e questa in effetti non fa differenza, salvo che di tranquillo l'ultima Blade non ha davvero nulla.
Se il motore della verdona fila come un treno ma ti fa sentire che stai andando forte, questa nuova Blade da costantemente l'impressione di essere a spasso, di poter andare molto più forte, di essere ben al di sotto del limite suo (sicuramente) ma anche vostro, ed essendo il mio limite posto piuttosto in basso quella sensazione è piacevole perchè nonostante una sicurezza incredibile riesce a garantire velocità pari alla Kawa ma con uno sforzo assolutamente inferiore.
Alcuni giri su questa moto mi hanno fatto letteralmente innamorare di questo gioiello di tecnologia, quasi 180cv imbrigliati in una ciclistica quasi da 600, con una agilità da 600, una facilità di guida da 600, peccato solo il prezzo sia da 1000 ... tra le sportive provate questa è assolutamente in testa alle mie personali preferenze (anche se su una moto da 15000 euro dover andare a spendere 60 euro per un contamarce fa per lo meno ridere)

GSX-R
la sportiva ignorante per definizione ... non più ormai ... quella che era la sportiva da teppista metropolitano deve ormai aver seguito dei corsi di buone maniere perchè rispetto alle due precedenti mi è risultata sicuramente più simile alla Honda piuttosto che alla Kawa, facile da guidare, agile, un motore fantastico, solo un pochino più "rotondetta" rispetto alla Blade, delle 3 sicuramente quella con l'abitabilità migliore per uno come me che cmq sono 1.84 e mi porto a spasso circa 85kg
Se dovessi scegliere una superbike per girarci per strada sarebbe sicuramente la mia prima scelta (anche per la mappatura C da usare per trotterellare come con una qualunque 600), purtroppo per lei però queste moto non sono delle sport-tourer e quindi al diavolo le mappature castrate e quindi nella mia personalissima classifica resta dietro alla Blade

RC8
premessa doverosa: ho provato la base e non la versione R che - per sentito dire - ha una erogazione assolutamente differente rispetto alla base, più estrema ma molto più sfruttabile.
Iniziamo da quella che per molti può essere una banalità, ma io ci faccio caso e parecchio, la strumentazione. Di solito su una sportiva preferisco poche informazioni ma ben leggibili, questa moto ha esattamente l'opposto di quello che mi piace, vi dice tutto, troppo, e tutto iperincasinato, salvo poi peccare come Honda nel non darvi il contamarce
Da un punto dinamico, la mia prova è stata sfalsata dalla personale idiosincrasia per l'erogazione dei grossi bicilindrici, alla prima variante basta chiudere il gas per ritrovarsi con la moto che vi si pianta a centro curva come se vi foste attaccati ai freni per una staccata alla morte (beh, forse ho esagerato un po'), comunque un freno motore pazzesco, ma ancora più pazzesca quella sensazione on-off che trovo assolutamente fastidiosa. Mi ci sono voluti 3 giri per cominciare solo a capire dove chiudere il gas, dove staccare e dove riaprire e ridare potenza a quel motorone che vi porta fuori dalle curve come nessun 4-in-linea è in grado di fare.
La ciclistica di questa moto è impressionante, scende in piega quasi cadendo, nelle varianti dei primi 2 giri (prima di capire che stavo girando come un demente) mi trovavo a staccare, buttare la moto in curva, arrivare alla corda per scoprire di aver chiuso troppo e dover rialzare la moto.
La versione R mi hanno detto che non soffre di alcun effetto on-off (compatibilmente con il fatto di essere cmq un bicilindrico enorme) e quindi potrebbe essere un cliente davvero scomodo per tutte le superbike Jap, ma per quel che mi riguarda tra sensazioni di guida e prezzo d'acquisto assolutamente improponibile, credo che non potrà mai entrare nel box di casa mia

R1
al diavolo i 2 che si sono sdraiati durante i test (poveracci capita, ma 2 porchi mi sono scappati nei loro confronti) e che hanno fatto slittare le prove di tutti finchè io ed altri 3 sfigati destinati all'ultimo turno ci siamo sentiti dire che la pista era in chiusura per cui addio prova


Va beh, quello che avevo da dire io l'ho detto. Se qualcuno ha provato le stesse moto o altre della categoria "superbike" perchè non dite che ne pensate?

TRIUMPH Street Triple R

Ieri, non avendo nulla da provare ma avendo voglia di guidare un po’, ho deciso di provare la mia moto, si, avete capito bene, la mia. In fin dei conti quante volte vi fermate davvero a “sentire” che sensazioni è capace di trasmettervi la moto che vi porta in giro ogni giorno? Siamo tutti capaci di andare a sbavare davanti alla vetrina di un concessionario perché espone l’ultimo modello e poi – magari – fuori ad aspettarci abbiamo un mezzo che ha davvero nulla da invidiare all’oggetto del nostro momentaneo desiderio. Ed ecco che è nata questa malsana idea, di dirvi come va la Papera (così ho battezzato la mia Street arancio).
Cominciamo dalla possibilità di usare una naked di media cilindrata come alternativa allo scooterone da diporto. Beh, come sapete sulla mia c’è montato un baule della Givi da ben 55 litri che non disturba affatto nella guida quotidiana, consente di portarsi dietro qualunque cosa senza per questo sacrificare la possibilità di guida … anche allegra, se le condizioni del traffico lo consentono. Certo la Street non nasce per essere usata come camper, però vi assicuro che tra le macchine la mattina scivola via leggera e veloce, senza neppure dover troppo disturbare il piede sinistro con continue cambiate, se non dovete fare tangenziali o superstrade, la 2a e la 3a sono più che sufficienti per il 90% di quello che vi può capitare.
In questa prova però il bauletto è rimasto a casa, casco modulare, giacca e cravatta hanno lasciato spazio a casco integrale, giubbotto in pelle e stivali, giusto per dare alla Street almeno l’abbigliamento adeguato … non potendole regalare un pilota degno di lei.
Come al solito inizio le mie personalissime prove nel traffico, voglio provare a dimenticare che uso la Street tutti i giorni, voglio immaginare di guidarla oggi per la prima volta e raccontarvi cosa può avermi trasmesso in poco meno di un’ora di guida, come se fosse davvero il giro con una moto in prova. Dicevo che inizio nel traffico, la Street si guida davvero come una bicicletta, leggera, svelta nello scendere in piega ma con un avantreno che fino ad ora non avevo mai potuto riscontrare su nessun’altra moto di questa categoria, direi più da sportiva SS che non da naked. Direi che 10 minuti nel traffico sono più che sufficienti per poter affermare che questa moto non farà rimpiangere nessun’altra scelta a chi deciderà di usarla come mezzo da diporto quotidiano. Se proprio devo trovarle un difetto potrei dire che la R ha sospensioni un po’ secche sul pavè cittadino, ma la sella in gel di serie riesce parzialmente a sopperire alle risposte sul vostro posteriore.
Lascio la città e cominciamo a trotterellare ad una velocità più consona alla moto, io mi diverto, lei di più … nessuna naked mi ha mai trasmesso tanta e tale sicurezza con l’avantreno, di solito sulle medie naked si convive sempre con quella lieve sensazione di avantreno leggero che “galleggia” leggermente, beh, la Street R è di tutt’altra pasta, rigorosissima nel mantenere le traiettorie impostate, facili le correzioni ed anche il mono è tutt’altro che cedevole nella guida stradale. La strada che sto percorrendo di solito non permette velocità da limitatore, ma ieri mattina stranamente mi trovo quasi in una bolla senza traffico, dietro di me il casino, ma davanti nessuno per chilometri … la tentazione è forte … quasi quasi … ma si dai, al massimo questa volta mi gioco un po’ di punti sulla patente … limitatore di 4a, dentro la 5a con il polso destro che tiene il gas a fondo corsa, la pressione dell’aria è davvero tanta nonostante i 2 cupolini (si quello in tinta su cui viene montato un ulteriore deflettore trasparente) originali Triumph, è quasi impossibile stare dritti e mi trovo a dover guidare la Street quasi come una SS con la pancia spalmata sul serbatoio, anche con la 5a sono quasi a limitatore, dentro l’ultima marcia e via con il gas sempre a fondo corsa, in lontananza comincio a rivedere delle macchine davanti a me, ma prima di chiudere il gas è doverosa un’occhiata al tachimetro … 229 .. ancora un attimo allora, dai … ok ora a 230 indicati devo chiudere il gas, basta ruotare leggermente la manopola ed alzarsi dalla posizione “leone spiaggiato” per vedere la velocità che crolla irrimediabilmente sotto i 180.
Nel tratto in piena velocità ho preso due sconnessioni dell’asfalto, l’avantreno si è alleggerito appena ma il manubrio non si è mosso una virgola dalla sua posizione, la sensazione è stata di aver montato un ammortizzatore di sterzo che ha fatto egregiamente il suo lavoro … salvo che sulla Street non c’è.
Mentre me ne torno verso casa, penso alla velocità appena fatta che non si avvicina neppure lontanamente a quella che capita di poter fare con una qualunque 600SS, eppure mi sento in uno stato da Nirvana motociclistico, la Papera sta riuscendo a guadagnarsi sul campo il diritto alla convocazione per la trasferta in terra tedesca a fine luglio, credo che sui 20.8km del circuito del Nordschleife saprà regalarmi mille – e forse più – soddisfazioni.
Conclusione:
Se non fosse che la Street R di questo personalissimo test è già mia, avrei serissimi problemi a non comprarla, moto perfetta nel traffico carica come un mulo, splendida da guidare anche a velocità “importanti”, il tutto accompagnato dal sound coinvolgente degli Arrow sottosella.
Insomma … gran bella moto, gran bel motore … Brava Triumph

Aprilia: RSV4


Come vi avevo anticipato nei giorni scorsi, ieri è stato il fatidico giorno della trasferta in terra veneta - ad Adria per la precisione - per il tanto agognato test dell'Aprilia RSV4 che - per l'occasione - era presente sia in versione R che nella ben più prestigiosa - e costosa - versione Factory, vestita di tutto punto dalla svedese Ohlins

Cominciamo da un plauso all'Aprilia per le modalità della prova, 12 moto equipaggiate con Pirelli Supercorsa o Metzeler Racetec K2 e pronte con mappatura track, che vuol dire avere tutto e maledettamente subito, per fortuna a calmare i bollenti spiriti di tutti erano presenti fior di apripista sia davanti al gruppo, sia in coda per recuperare eventuali amici troppo lenti e fuori traiettoria.

Come sempre c'è qualcuno che in certe occasion esagera, questa volta però non si è trattato di esagerare con la velocità troppo alta, ma bensì con la velocità troppo bassa.
Premesso che non ho nulla, ma proprio nulla, con un "pilota" lento, essendo poi io uno dei più lenti in pista da sempre non posso che essere solidale, ma questa volta nel turno prima del mio ho assistito alla scena più pietosa che abbia mai visto ... 2 personaggi che hanno affrontato la pista probabilmente senza aver MAI guidato una moto prima, e non intendo in pista, ma l'impressione è stata che non avessero davvero MAI guidato una moto, il tornantino di Adria veniva affrontato a frizione tirata (vi assicuro che l'RSV4 si fa sentire come voce allo scarico e sentir ammutolire completamente il motore nella percorrenza di una curva ha davvero dell'allucinante), la curva poi veniva affrontata ... si leggete leggete ... girando il manubrio nella direzione della curva ... ma nemmeno su uno scooter 50 in manovra !

Va beh ... veniamo alle mie impressioni di guida, come sempre assolutamente personali e che non vogliono in alcun modo essere identificative di un prodotto.

Saliamo in moto, come dicevo ho tra le mani il manubrio della versione Factory, e accendiamo il motore. Il rumore con lo scarico di serie è già decisamente coinvolgente ... ok, si parte.
Il pilota apripista dell'organizzazione affronta i primi 2 giri a velocità decisamente bassa, tanto che tengo senza problemi la scia dei più veloci, ma questa velocità consente di prendere un attimo le misure con la pista e la moto che è di una agilità impressionante, solo la KTM RC8 mi era sembrata più svelta, nessuna JAP mi è parsa così veloce nello scendere in piega.
Piccola, compatta ma ottima da un punto ergonomico, solo il serbatoio lo trovo un po' ingombrante tra le gambe ed un po' limitante per i movimenti in sella (ma sarà la mia pancia? ... va beh, ma questo è un altro film).
Dopo i primi 2 giri il ritmo aumenta gradualmente tanto che il gruppo si sgrana e si formano alla fine 2 trenini, uno veloce di 4 persone, un gruppo lento accompagnato dall'altro pilota, ed in mezzo io ed un altro compagno d'avventura che viaggiamo a circa un mezzo rettilineo di distanza dal gruppo veloce.
La prova dura circa 20 minuti nei quali arriviamo a doppiare il più lento del gruppo lento, e durante i quali è stato possibile saggiare solo una piccola parte delle caratteristiche di questa moto, sicuramente a causa delle mie limitate capacità ma anche a causa del circuito che ha consentito di portare un po' al limite solo la 3a marcia, e solo in rettilineo, dato che di 2a si prendono agevolmente i 180 all'ora sufficienti per gran parte del circuito.

Veniamo alla moto
Di tutte le moto mai provate è sicuramente quanto di più simile ad una moto da corsa vera. Agilissima ma un po' nervosa, vi permette di andare davvero forte ma solo se siete in grado di domarla, un motore con una erogazione pazzesca, mai provata, simile ad un bicilindrico in basso, sempre in tiro, ed un allungo paragonabile ad un 4-in-linea di un paio d'anni fa (allunga un po' meno rispetto ai 1000 JAP attuali).
Veramente esagerata, per le mie capacità è davvero troppo, con una tendenza all'impennata abbastanza presente, in uscita di 2a dal tornantino anche senza aprire da cattivo si sentiva lo sterzo decisamente leggero, sono certo che osando un pochino di più si alzi di potenza almeno fino alla 3a.
Ho terminato il test decisamente provato per essere solo 20 minuti, con salivazione totalmente azzerata, nessuna JAP mi aveva conciato così.

La mia personalissima conclusione?
Se avete delle capacità di guida decisamente superiori alla media avete trovato l'arma totale per le giornate di turni liberi coltello tra i denti, ma se come me amate entrare in pista a divertirvi, magari ad ingarellarvi con gli amici ma senza scendere dalla sella ridotti uno straccio, allora l'Aprilia non fa per voi, come non fa per me.
Non escludo che se avessi avuto l'opportunità di provarla a Monza avrei magari scritto qualcosa di diverso, sicuramente avrei parlato dell'allungo e delle velocità assurde che l'Aprilia permette, ma in una pista come Adria, come sicuramente per la strada, questa moto è davvero troppo per me.

Nella mia personalissima classifica delle sportive della categoria SBK, questa moto si piazza al penultimo posto davanti solo alla KTM, ma ribadisco non certo per demeriti delle moto - anzi - ma per demeriti del pilota.
Preferisco entrare in pista con una moto che risulta molto più facile da guidare ma proprio per questo mi permette di andare più forte.

Signori ... alla prossima

Aprilia: Shiver Vs. Mana

Ieri non mi è stato possibile andare alla prova ed ecco che oggi è stato il giorno buono.
Sono arrivato sufficientemente presto per fare colazione al Bicocca Village mentre lo stand Aprilia veniva rimontato in attesa che arrivassero le fanciulle ... che avete capito? Non le ragazze, le moto !

Ometto tutte le chiacchiere fatte prima si salire in sella e passo subito a riportare le mie sensazioni di guida, che come sempre non vogliono avere alcuna valenza di giudizio assoluto, ma semplicemente è quello che ho provato da pilota assolutamente medio ... anzi ... medio-cre.
Dai si comincia ...

Aprilia Shiver MY 2010
Esteticamente la nuova Shiver è davvero bella, la colorazione rosso-nera è intrigante e da quella sensazione di sportività anche da ferma. Sono davvero curioso di provare questa naked della quale si è detto più o meno tutto negli anni, dalla qualità dell'elettronica, essendo una delle prime moto per comuni mortali dotata di mappature, ma anche del fastidioso effetto on off dato dal non perfetto setting del ride by wire.
Inizio subito dalla fine, proprio dal ride by wire, dell'effetto on off di cui ho letto tanto non ce n'è nemmeno l'ombra, ovviamente in chiusura di gas il freno motore è importante, ma ricordiamoci che stiamo parlando di un bicilindrico di 750cc.
Ma veniamo alla prova vera e propria.
Esco da parcheggio del Bicocca Village, viale Sarca e via verso Fulvio Testi, come al solito amo infilarmi in un po' di traffico per saggiare le doti di agilità tra le auto. La Shiver scivola via nel traffico che è un piacere, l'allungo sembra buono, l'agilità anche. Punto diretto verso la tangenziale per provare a saggiare un po' le doti del motore nella zone dove i cavalli sono "quelli buoni".
Entro in tangenziale nord e le marce cominciano ad entare veloci una via l'altra, protettività aerodinamica pressochè nulla, va bene essere una naked ma dalla nuova unghia sopra la strumentazione mi aspettavo di più.
Allungo ancora un po' di 5a marcia a poco oltre i 180 indicati ma mentre sono in percorrenza di curva a sinistra ecco quello che considero il difetto più grosso di questa moto ... il limitatore posto a 10000 giri è fastidiosissimo, altre moto vi avvisano che state per arrivare al limite, la Shiver no, ha un buon tiro poi l'entrata del limitatore "mura" l'erogazione con spiacevole sensazione di non avere più tiro, ok si cambia marcia, dentro la 6a e via ancora poco oltre i 200 indicati, ma quella sensazione di trovarsi il limitatore che vi taglia il tiro è davvero fastidiosa.
Esco dalla tangenziale, rondò, e ritorno in tangenziale per ripetere la stessa strada dell'andata. In uscita su v.le Fulvio Testi in direzione di Milano mi rimetto a trotterellare nel traffico godendomi la ciclistica assolutamente rigorosa e ... ma si, dai ... è il momento di giocare con le mappature ...
Via la mappa sport e dentro la rain (la touring è quella intermedia che non ho provato), e qui la sensazione è che con questa mappatura sia impossibile mettersi la moto per cappello neppure usandola in piscina, altro che rain. Questa mappatura credo vada bene solo per un neofita e sotto acqua torrenziale, la moto non va davvero un tubo, e quindi me ne torno subito in mappatura sport per gli ultimi 3 km che mi dividono dallo stand Aprilia.
Conclusione Shiver:

questa volta l'Aprilia ha fatto la Shiver che avrebbe dovuto fare alcuni anni fa, ora è davvero una moto matura, credo che possa soddisfare sia un novellino sia un utente un po' più esperto, di motore ce n'è (limitatore a parte) e la ciclistica è davvero buona e rigorosa.
Solo una nota. La moto in prova aveva un difetto, in rilascio - con qualunque marcia inserita - la Shiver si dimenticava che marcia aveva inserita e sul display spariva il numero per poi riapparire non appena tornavo a dare gas. Ho segnalato la cosa alla fine della prova e mi hanno confermato che si tratta di un comportamento anomalo.

Aprilia Mana GT
Nemmeno il tempo di scendere dalla Shiver e la Mana mi aspetta, salgo e mi sento in un altro mondo, un mondo che con la sportività non ha alcun contatto, un reset a tutte le sensazioni precedenti è fondamentale, manca la leva della frizione, il pulsante con il + è li che mi guarda, quello con il - è nascosto ma a portata di dito.
Accendo la moto e con la mappatura in touring (quella che trasforma la Mana in uno scooter) parto dal parcheggio e mi riprometto di fare esattamente la stessa strada fatta con la moto precedente così da poter paragonare anche le sensazioni di guida (e quindi ometto di dirvi di nuovo che giro ho fatto).
Mentre svicolo tra una macchina e l'altra decido di cominciare a guidare la Mana come una moto e non come uno scooter e quindi via la touring e dentro la mappatura drive che vi consente di usare il cambio sequenziale con i pulsanti al manubrio o con il pedale classico.
Serve un ulteriore reset per non andare a cercare la frizione ad ogni cambiata e soprattutto per non far pirlate quando ci si ferma al semaforo dato che basta frenare lasciando dentro la 1a
Il cambio sequenziale è di una morbidezza incredibile, si cambia senza chiudere il gas, ma la sensazione è strana essendo abituato alla guida di una moto tradizionale, è davvero il punto di contatto tra uno scooterone ed una moto, con tutto quello che questo può voler dire sia in positivo che in negativo.
In tangenziale la Mana si comporta bene, si dimostra una buona stradista, i 180 si tengono senza problemi, ma dal cupolino di una turistica mi aspettavo tanto ma tanto di più in termini di protettività, le spalle prendono davvero tanta aria e quindi credo che alla lunga possa essere affaticante, ricordando ovviamente la destinazione di macinachilometri della Mana.
Dopo la sparata in tangenziale di nuovo nel traffico e via la mappa drive e dentro la touring per tornare a guidare il Mana-scooter fino allo stand Aprilia.
Conclusione Mana:

La moto in generale si comporta bene, ammetto che è stata una bella sorpresa, certo non ha la ciclistica rigorosa della Shiver, non vi permette una guida troppo sportiva (salvo essere un po' fulminati ... eh eh eh Tempone non sentirti tirato in causa ... nooooo ) ma credo che con un prezzo decisamente concorrenziale rispetto a tanti scooter, possa rappresentare una valida alternativa alle varie vasche da bagno che si vedono nel traffico.
Insomma se proprio dovessi scegliere tra una Mana ed un Burgman650, beh, non avrei alcun dubbio nello scegliere l'Aprilia ... però per fortuna non devo scegliere nessuno dei due mezzi e posso continuare ad andare in ufficio con la Street.


Conclusione TEST:

Questa settimana l'Aprilia mi ha permesso di provare 3 moto, dall'iper specialistica RSV4 in pista, alla moto cittadina per antonomasia, passando da una divertente e ben fatta naked, quindi Grazie Aprilia ... peccato solo che nessuna delle 3 - per motivi diametralmente diversi - si adatti ad un bradipo vecchietto come me, quindi queste prove resteranno fine a se stesse e serviranno solo a me per aumentare il numero delle moto che ho potuto provare.

ed anche oggi ... ragazzi alla prossima

MV AGUSTA Brutale 990R

Come ho già scritto altre volte, appena mi è possibile provo a guidare qualunque cosa venga messa a disposizione dei concessionari, principalmente perchè mi piace provare a vedere se "sento" le differenze tra una moto e l'altra e poi perchè quando mi trovo a pensare ad un cambio di moto ho sicuramente le idee più chiare.

Questa mattina ho provato la mia prima MV, mai guidata una prima, e l'esordio è stata con una naked di primordine, una moto che non sfigurerebbe nel mio soggiorno, bella, bella ed ancora bella.
La prova di circa una mezz'ora si è svolta con l'accompagnamento di una persona del concessionario, la strada che mi ha fatto fare è stata abbastanza varia, un tratto lievemente trafficato, qualche curva ed un breve tratto autostradale, quindi direi una prova stradale breve ma abbastanza completa per quanto riguarda la tipologia di utilizzo, veniamo quindi alle sensazioni di guida.

Non so perchè ma mi ero immaginato di salire su un mezzo abbastanza scorbutico, invece appena rilasciata la frizione mi trovo tra le mani una bicicletta, morbida, rilassante ... nei primi metri potrei quasi definirla una Honda tanto risulta facile da guidare.
Lasciamo il paese e facciamo un breve tratto nel traffico dove, la Brutale si destreggia in modo egregio, si guida davvero bene, sembra davvero leggera (non so quanto pesi, poi vado a cercare una scheda, ma direi più pesante della Street ma più leggera di altre naked guidate) o molto probabilmente è una moto estremamente equilibrata.
Alziamo lievemente il ritmo e puntiamo all'autostrada, nulla di che, vedo un 180 di tachimetro ma l'assenza totale di protezione non invoglia ad andare tanto oltre anche se risulta decisamente più protettiva di altre moto che ho guidato. Anche a velocità da commuter autostradale resta comoda, non una tourer sicuramente ma non credo che sia molto stancante anche se usata per lunghi spostamenti.
Usciamo e facciamo una stradina con 3 curve di numero, rondò, e si torna verso l'autostrada per il ritorno verso il concessionario.
Altro allungo in cui provo a metter la 6a appena posso, lascio che i giri scendano e poi riaccelero per vedere se ha tiro sufficiente a guidare senza dover fare un uso forsennato del cambio, beh, il tiro è davvero buono, riprende con relativa rapidità e consente sorpassi a buone andature senza dover scalare.
Usciamo dall'autostrada, 1 km circa di traffico e siamo nuovamente nel cortile del concessionario.

Pregi: equilibrata, buon tiro (beh, è un 1000), comoda (per essere una naked), protettiva (sempre considerando che è una naked), una forcella granitica, bella da morire

Difetti: freni un po' spugnosi (mi sarei aspettato più mordente), un buco di erogazione a 3000 giri tondi, un prezzo importante (anche se allineato ad altre moto un po' esclusive di italici marchi)

Conclusione: moto che incute timore per la sua bellezza, salendo in sella vi sentirete quasi fuori luogo, come se vi presentaste all'appuntamento con una modella vestiti in jeans e maglietta, poi però comincia a parlare e la modella scoprite essere la vostra vicina di casa solo messa giù da guerra, amichevole ma anche un po' deludente rispetto alle aspettative. Insomma alla fine non mi ha emozionato una virgola, appena sceso dalla Brutale e risalito sulla Street ho cominciato subito a godere nuovamente. La conclusione è che è una gran moto, se dovessi paragonarla ad una Jap, direi molto simile alle reazioni di una Honda CB1000R, ma proprio come la Honda non mi ha fatto alzare il battito cardiaco nemmeno un po'.
La comprerei? A quel prezzo assolutamente NO, ad un prezzo inferiore nemmeno. Se costasse come la mia Street sceglierei ancora la Street.


Come sempre spero che quella che è una sensazione assolutamente personale venga presa proprio per quel poco che vale, ma che magari possa interessare qualcuno.

alla prossima prova